venerdì 22 gennaio 2010

Acqua salmastra, questa sconosciuta

Generalmente, quando si parla di acqua salmastra si fa riferimento ad un'acqua avente salinità intermedia tra quella dell'acqua dolce e quella dell'acqua marina. Ricordo che la salinità è la concentrazione di soluti disciolti in un liquido, espressa in parti per mille o in g/L. Per esempio, la salinità media del nostro mare Mediterraneo si attesta attorno a un valore di 36 g/L.

In realtà, a seconda della salinità esistono diversi tipi di acqua salmastra, e di questo bisogna tenere conto al momento dell'allestimento e della scelta degli ospiti, dal momento che esistono organismi adattati ad un'acqua "più salata" e organismi adattati ad una "meno salata". Siccome però in acquariofilia salmastra la salinità è una grandezza piuttosto approssimativa, per comodità si fa riferimento ad una grandezza ad essa correlata, la densità. Ricordo che la densità di un corpo è il rapporto MASSA/VOLUME (g/cm3). Tra salinità e densità esiste una relazione di proporzionalità diretta: all'aumentare della salinità aumenta anche la densità.

In base alla densità, si possono classificare tre tipi di acqua salmastra:

- acqua debolmente salmastra, avente una densità compresa tra 1.002 e 1.005 g/cm3. In natura troviamo acque di questo tipo per esempio nella parte più alta delle foci dei fiumi, dove l'acqua marina arriva solo sporadicamente.

- acqua mediamente salmastra, avente una densità compresa tra 1.005 e 1.010 g/cm3. Sono ambienti ad acque mediamente salmastre per esempio le aree più interne dei mangrovieti.

- acqua fortemente salmastra, avente una densità superiore a 1.010 g/cm3, fino ad arrivare ad acqua marina diluita (1.018 g/cm3). Di solito, le zone più esposte degli estuari, e il bordo esterno dei mangrovieti sono ambienti ad acqua fortemente salmastra.

BIBLIOGRAFIA ON-LINE

Brackish systems (in inglese)








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