La scelta del tipo di vasca dipende fondamentalmente dallo spazio a disposizione e, ovviamente, dalle possibilità economiche. Non è mia intenzione consigliare una vasca di serie da una artigianale, oppure una vasca di una marca prestigiosa piuttosto che una di fascia più bassa. L'importante è, secondo me, optare per vasche di qualità, la "griffe" non conta. Intendo però dare qualche piccolo consiglio su quelle che sono, secondo me, le vasche "ideali".
Partiamo dalla capienza: sicuramente non sotto i 30 litri netti. Vasche più piccole, infatti, possono andare bene per larve o avannotti, ma si rivelano largamente insufficienti per pesci adulti, dal momento che la maggior parte dei pesci salmastri reperibili (ad eccezione dei killi) raggiunge taglie definitive tali da rendere consigliabili acquari più grandi per la maggior parte delle specie, diciamo 40-50 litri netti. Quindi, 30 litri per le specie più piccole e statiche, 40-50 litri e oltre per le altre.
Passiamo alla forma: bandite tutte le novità recenti più stravaganti (e improbabili). Niente vasche "a boccia", niente vasche "da parete", niente vasche cilindriche. In commercio si trovano modelli anche piuttosto grandi (i 30 litri netti di cui sopra), ma si tratta di soluzioni ideali magari per allevare gamberetti o altri piccoli animali, sicuramente però non ottimali per una vasca salmastra che si rispetti. La forma ideale è quella a parallelepipedo classica, magari con le angolature smussate per migliorare la circolazione dell'acqua all'interno. Anche la forma cubica può andare bene, ma solo se si allevano pesci poco attivi o dal nuoto debole.
Tornando per un attimo sulla forma migliore (il già citato parallelepipedo), mi permetto di aggiungere un particolare: molti ambienti salmastri sono rappresentati da raccolte d'acqua poco profonde, pertanto le dimensioni da privilegiare sono secondo me costituite dalla lunghezza e dalla larghezza. Molte specie infatti vivono a stretto contatto con il fondo, oppure prossime alla superficie. Per questi organismi conta molto l'area, di fondo o di superficie, a disposizione, piuttosto che la profondità dell'acqua. Nella scelta di una vasca di serie (la realizzazione artigianale non pone limitaazioni in questo senso) io mi orienterei su modelli che, a parità di litraggio, privilegiano la lunghezza e la larghezza piuttosto che l'altezza dei cristalli.
Vasca aperta o chiusa? Qui entra in gioco la specie (o le specie) che si intende allevare. Sicuramente una vasca aperta, magari allestita a paludario, con le piante che emergono oltre la superficie, è il massimo che si possa ottenere in termini di effetto scenografico e estetico. Purtroppo però, molti pesci salmastri sono anche ottimi saltatori, e in vasche aperte rischierebbero continuamente di cadere sul pavimento se dovessero per qualche motivo compiere balzi fuori dall'acqua. Molti invertebrati poi sono anche ottimi scalatori, e anch'essi rischierebbero di evadere loro malgrado da una vasca aperta, finendo sul pavimento di casa. Per questo motivo, la vasca aperta è una opzione realizzabile sono se si ha a che fare con pesci e invertebrati sicuramente a prova di fuga, negli altri casi una vasca classica con coperchio in plastica o vetro è senz'altro migliore. Anche nelle ambientazioni "paludario" è consigliabile mantenere le èiante emergenti all'interno dei confini dell'acquario (magari tenendo l'acqua più bassa), coprendo tutto con una rete o un vetro. Molti degli animali "anfibi" adatti al salmastro sono infatti capaci di scappare molto facilmente, i perioftalmi addirittura scalano i vetri!
Partiamo dalla capienza: sicuramente non sotto i 30 litri netti. Vasche più piccole, infatti, possono andare bene per larve o avannotti, ma si rivelano largamente insufficienti per pesci adulti, dal momento che la maggior parte dei pesci salmastri reperibili (ad eccezione dei killi) raggiunge taglie definitive tali da rendere consigliabili acquari più grandi per la maggior parte delle specie, diciamo 40-50 litri netti. Quindi, 30 litri per le specie più piccole e statiche, 40-50 litri e oltre per le altre.
Passiamo alla forma: bandite tutte le novità recenti più stravaganti (e improbabili). Niente vasche "a boccia", niente vasche "da parete", niente vasche cilindriche. In commercio si trovano modelli anche piuttosto grandi (i 30 litri netti di cui sopra), ma si tratta di soluzioni ideali magari per allevare gamberetti o altri piccoli animali, sicuramente però non ottimali per una vasca salmastra che si rispetti. La forma ideale è quella a parallelepipedo classica, magari con le angolature smussate per migliorare la circolazione dell'acqua all'interno. Anche la forma cubica può andare bene, ma solo se si allevano pesci poco attivi o dal nuoto debole.
Tornando per un attimo sulla forma migliore (il già citato parallelepipedo), mi permetto di aggiungere un particolare: molti ambienti salmastri sono rappresentati da raccolte d'acqua poco profonde, pertanto le dimensioni da privilegiare sono secondo me costituite dalla lunghezza e dalla larghezza. Molte specie infatti vivono a stretto contatto con il fondo, oppure prossime alla superficie. Per questi organismi conta molto l'area, di fondo o di superficie, a disposizione, piuttosto che la profondità dell'acqua. Nella scelta di una vasca di serie (la realizzazione artigianale non pone limitaazioni in questo senso) io mi orienterei su modelli che, a parità di litraggio, privilegiano la lunghezza e la larghezza piuttosto che l'altezza dei cristalli.
Vasca aperta o chiusa? Qui entra in gioco la specie (o le specie) che si intende allevare. Sicuramente una vasca aperta, magari allestita a paludario, con le piante che emergono oltre la superficie, è il massimo che si possa ottenere in termini di effetto scenografico e estetico. Purtroppo però, molti pesci salmastri sono anche ottimi saltatori, e in vasche aperte rischierebbero continuamente di cadere sul pavimento se dovessero per qualche motivo compiere balzi fuori dall'acqua. Molti invertebrati poi sono anche ottimi scalatori, e anch'essi rischierebbero di evadere loro malgrado da una vasca aperta, finendo sul pavimento di casa. Per questo motivo, la vasca aperta è una opzione realizzabile sono se si ha a che fare con pesci e invertebrati sicuramente a prova di fuga, negli altri casi una vasca classica con coperchio in plastica o vetro è senz'altro migliore. Anche nelle ambientazioni "paludario" è consigliabile mantenere le èiante emergenti all'interno dei confini dell'acquario (magari tenendo l'acqua più bassa), coprendo tutto con una rete o un vetro. Molti degli animali "anfibi" adatti al salmastro sono infatti capaci di scappare molto facilmente, i perioftalmi addirittura scalano i vetri!
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