Il tratto terminale di un corso di acqua dolce, fino al suo sbocco nel mare, rappresenta un ambiente salmastro tipico, di grande interesse biologico e acquariofilo: l’estuario, in cui acqua dolce e acqua salata si incontrano. La struttura tipica dell’estuario è il delta, ovvero una miriade di canali secondari e di bracci morti con acque ferme, generati dalla frammentazione del corso principale e separati da una moltitudine di isole e isolette più o meno allagate, formate dai sedimenti portati dal fiume e modellati dall’azione del mare.
Scorcio del delta del po
Seguendo la classificazione di Coleman e Wright (1971), è possibile dividere il delta in diverse zone fisiografiche.
La zona immediatamente più a valle, definita piano deltaico inferiore, è compresa tra il livello dell'alta marea e quello della bassa marea. E’ una zona fortemente influenzata dai fenomeni costieri. Come si vede nel disegno, spesso alcuni tratti del piano deltaico inferiore si presentano morenti, ovvero in via di prosciugamento; è un fenomeno del tutto naturale, dovuto al continuo apporto di sedimenti da parte del fiume che finisce col riempirne il let
to. Il fiume trova comunque altre vie di sbocco, e pertanto è sempre presente anche una zona attiva.
Come accennato in apertura, a seconda dell’apporto di sedimenti portati dal fiume e del moto ondoso, nonché dell'azione delle maree, la struttura del delta può in realtà modellarsi in molti modi diversi. Sarebbe forse più corretto dire, quindi, che ciascun estuario è un ambiente caratteristico e unico, poiché, di volta in volta, variano gli apporti di acqua dolce e di acqua marina, nonché il mescolamento dei due tipi di acqua, dovuto alla conformazione del bacino idrografico.
L’acqua, a causa dei sedimenti trasportati, allo sbocco in mare è generalmente meno limpida rispetto a quella del mare stesso, anzi in alcuni casi è assai torbida, so
prattutto nel caso di fiumi planiziali di notevole estensione. Possono abbondare i rami sommersi, trasportanti sul posto dalla corrente oppure provenienti dalla vegetazione circostante, se presente. In questo caso, potrebbe essere presente anche uno strato di foglie morte più o meno spesso.
Le maree, oltre a contribuire al modellamento del delta, influenzano anche le caratteristiche dell'acqua: con l’alta marea, si assiste alla risalita verso monte di acqua salata, che, a causa della maggiore densità rispetto all’acqua dolce, si stratifica al di sotto di essa. Il risultato è la formazione di un cuneo salino, che può anche persistere a lungo in assenza di fenomeni evidenti di mescolamento delle acque; pertanto, i principali parametri chimico fisici dell’acqua possono variare, in maniera anche considerevole e rapida. Per esempio, una raccolta d’ac
qua pressoché dolce può all’improvviso trasformarsi in una raccolta di acqua marina.
Naturalmente questa non è una regola generale: in certe
situazioni di acqua perennemente torbida oppure fortemente ombreggiata dalla vegetazione aerea, il fitoplancton stenterà a svilupparsi, e di conseguenza tutta la rete trofica risulterà meno ricca.
In condizioni ambientali particolarmente favorevoli il fitoplancton può andare incontro ad una proliferazione rapida e abbondante, paragonabile ad una vera e propria esplosione demografica; questo fenomeno, definito fioritura (in inglese algal bloom), nei climi temperati tende ad essere eclatante soprattutto nella stagione primaverile-estiva.
Se molto intensa, comunque, la fioritura rappresenta una anomalia, tanto che gli altri organismi possono perfino morire, uccisi dallo scadimento generale dell'ambiente o dalle biotossine prodotte proprio da certe specie planctoniche. Solitamente una simile situazione si instaura in acque perturbate dalle attività umane, ad esempio sottoposte a scarichi intensi di acque reflue agricole, ricche di composti che fungono da veri e propri fertilizzanti.
Fioritura algale nella laguna di Orielton (Australia), 1994
In condizioni naturali, la ricchezza nutritiva attira molti animali, alcuni erbivori, altri predatori, lungo tutta la catena alimentare. In particolare, molti pesci e invertebrati utilizzano le foci come sito riproduttivo o come stazione di foraggiamento; tra queste, oltre a specie esclusive di tali ambienti, sono presenti anche specie marine o dulciacquicole particolarmente eurialine.
BIBLIOGRAFIA
BIBLIOGRAFIA ON-LINE
Bufo, R.: Gli ambienti acquatici: gli estuari (articolo apparso su acquariofilia.it, visionabile cliccando qui)
FOTO
www.atlanteparchi.it (delta del Po);
http://w3.salemstate.edu/~lhanson/gls214/gls214_deltas.html (schema del delta e distribuzione dei maggiori delta);
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