mercoledì 27 gennaio 2010

Gli estuari salmastri

Un ambiente acquatico può essere definito salmastro quando la sua salinità assume valori intermedi tra quelli del mare (in media 35 g/l, con punte di 39-40 g/l in bacini chiusi come il Mediterraneo e il mar Rosso) e quelli dell’acqua dolce. In genere, inoltre, la salinità non si mantiene costante nel tempo, variando sia giornalmente (se l’ambiente in questione è influenzato dalle maree) che stagionalmente, in relazione alla temperatura dell’aria (e alla conseguente evaporazione dell’acqua) e all’apporto idrico dovuto alle piogge.

Il tratto terminale di un corso di acqua dolce, fino al suo sbocco nel mare, rappresenta un ambiente salmastro tipico, di grande interesse biologico e acquariofilo: l’estuario, in cui acqua dolce e acqua salata si incontrano. La struttura tipica dell’estuario è il delta, ovvero una miriade di canali secondari e di bracci morti con acque ferme, generati dalla frammentazione del corso principale e separati da una moltitudine di isole e isolette più o meno allagate, formate dai sedimenti portati dal fiume e modellati dall’azione del mare.

Dal punto di vista della biodiversità, un delta è certamente molto ricco, sebbene non paragonabile per esempio a una barriera corallina: in esso si vengono infatti a creare molti microhabitat differenti, caratterizzati da diversa profondità dell’acqua, esposizione al Sole, velocità della corrente, con formazione di molte nicchie ecologiche diverse.

Scorcio del delta del po

La struttura "classica" di un delta


Seguendo la classificazione di Coleman e Wright (1971), è possibile dividere il delta in diverse zone fisiografiche. La zona più a monte, definita piano deltaico superiore, è formata dal corso d'acqua e dalle terre circostanti. Non è influenzata dalle maree, ma può essere influenzata dalle precipitazioni: periodicamente il fiume può straripare e allagare il territorio adiacente, andando a costituire una zona umida.

La zona immediatamente più a valle, definita piano deltaico inferiore, è compresa tra il livello dell'alta marea e quello della bassa marea. E’ una zona fortemente influenzata dai fenomeni costieri. Come si vede nel disegno, spesso alcuni tratti del piano deltaico inferiore si presentano morenti, ovvero in via di prosciugamento; è un fenomeno del tutto naturale, dovuto al continuo apporto di sedimenti da parte del fiume che finisce col riempirne il let

to. Il fiume trova comunque altre vie di sbocco, e pertanto è sempre presente anche una zona attiva.


Il delta prosegue anche oltre, in una zona subacquea definita appunto piano deltaico subacqueo; la parte più vicina alla costa, il prodelta, presenta di solito un fondo costituito da argilla e limo, mentre la parte più prossima al mare, il fronte del delta, presenta un fondo di limo e sabbia.

Distribuzione mondiale dei delta più importanti

Come accennato in apertura, a seconda dell’apporto di sedimenti portati dal fiume e del moto ondoso, nonché dell'azione delle maree, la struttura del delta può in realtà modellarsi in molti modi diversi. Sarebbe forse più corretto dire, quindi, che ciascun estuario è un ambiente caratteristico e unico, poiché, di volta in volta, variano gli apporti di acqua dolce e di acqua marina, nonché il mescolamento dei due tipi di acqua, dovuto alla conformazione del bacino idrografico. Proprio a causa dell’estrema eterogeneità di questi ambienti, diffusi ad ogni latitudine, in una presentazione generale come questa è praticamente impossibile fornire una descrizione dettagliata della fauna, della flora e dei principali parametri fisico-chimici dell’acqua. Mi limiterò a illustrare alcune caratteristiche importanti.


L’acqua, a causa dei sedimenti trasportati, allo sbocco in mare è generalmente meno limpida rispetto a quella del mare stesso, anzi in alcuni casi è assai torbida, so

prattutto nel caso di fiumi planiziali di notevole estensione. Possono abbondare i rami sommersi, trasportanti sul posto dalla corrente oppure provenienti dalla vegetazione circostante, se presente. In questo caso, potrebbe essere presente anche uno strato di foglie morte più o meno spesso.

Le maree, oltre a contribuire al modellamento del delta, influenzano anche le caratteristiche dell'acqua: con l’alta marea, si assiste alla risalita verso monte di acqua salata, che, a causa della maggiore densità rispetto all’acqua dolce, si stratifica al di sotto di essa. Il risultato è la formazione di un cuneo salino, che può anche persistere a lungo in assenza di fenomeni evidenti di mescolamento delle acque; pertanto, i principali parametri chimico fisici dell’acqua possono variare, in maniera anche considerevole e rapida. Per esempio, una raccolta d’ac

qua pressoché dolce può all’improvviso trasformarsi in una raccolta di acqua marina.


l flusso dei sedimenti arricchisce l’acqua di nutrienti inorganici (molti minerali ottenuti dal dilavamento delle rocce e del suolo lungo le sponde, come ferro, manganese, rame) e organici (soprattutto composti dell’azoto, dello zolfo e del fosforo, generalmente di origine biologica, ma anche di origine antropica nel caso di acque soggette a scarichi fognari o agricoli); per questo motivo, e grazie anche alla profondità relativamente ridotta dell’acqua, che permette alla luce solare di penetrarvi notevolmente, la componente planctonica vegetale (fitoplancton) può essere molto abbondante, andando a costituire una cospicua riserva alimentare per lo zooplancton (plancton animale, ad esempio copepodi), a sua volta utilizzato come cibo da molti piccoli invertebrati e pesci.

Naturalmente questa non è una regola generale: in certe

situazioni di acqua perennemente torbida oppure fortemente ombreggiata dalla vegetazione aerea, il fitoplancton stenterà a svilupparsi, e di conseguenza tutta la rete trofica risulterà meno ricca.

In condizioni ambientali particolarmente favorevoli il fitoplancton può andare incontro ad una proliferazione rapida e abbondante, paragonabile ad una vera e propria esplosione demografica; questo fenomeno, definito fioritura (in inglese algal bloom), nei climi temperati tende ad essere eclatante soprattutto nella stagione primaverile-estiva.

Se molto intensa, comunque, la fioritura rappresenta una anomalia, tanto che gli altri organismi possono perfino morire, uccisi dallo scadimento generale dell'ambiente o dalle biotossine prodotte proprio da certe specie planctoniche. Solitamente una simile situazione si instaura in acque perturbate dalle attività umane, ad esempio sottoposte a scarichi intensi di acque reflue agricole, ricche di composti che fungono da veri e propri fertilizzanti.

Fioritura algale nella laguna di Orielton (Australia), 1994


In condizioni naturali, la ricchezza nutritiva attira molti animali, alcuni erbivori, altri predatori, lungo tutta la catena alimentare. In particolare, molti pesci e invertebrati utilizzano le foci come sito riproduttivo o come stazione di foraggiamento; tra queste, oltre a specie esclusive di tali ambienti, sono presenti anche specie marine o dulciacquicole particolarmente eurialine.

Molto abbondanti anche gli uccelli, sia stanziali che migratori.


BIBLIOGRAFIA

Coleman, J.M., and Wright, L.D., 1971, Analysis of major river systems and their deltas, procedures and rationale, with two examples: Louisiana State Univer., Coastal Studies Inst. Tech. Rept. 95, 125 p.

BIBLIOGRAFIA ON-LINE

Bufo, R.: Gli ambienti acquatici: gli estuari (articolo apparso su acquariofilia.it, visionabile cliccando qui)

FOTO

www.atlanteparchi.it (delta del Po);

http://w3.salemstate.edu/~lhanson/gls214/gls214_deltas.html (schema del delta e distribuzione dei maggiori delta);

http://soer.justice.tas.gov.au (fioritura algale).

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