Regolazione dei liquidi interni: le straordinarie capacità degli animali d’acqua salmastra
Gli animali d’acqua salmastra, sorprendentemente, sono in grado di adottare strategie miste, che consentono loro di sopravvivere in ambienti a salinità variabile.
Quando si trovano in un mezzo più concentrato rispetto al loro corpo, i pesci d’estuario bevono acqua di mare, e i reni, le cellule a cloruri delle branchie e l’intestino conservano acqua. Quando passano all’acqua dolce, gli stessi animali cessano di bere, i reni iniziano a produrre grosse quantità di urina diluita e le cellule a cloruri delle branchie a pompare attivamente ioni essenziali nel sangue. Tutto ciò è ancora più sorprendente se si pensa al costo energetico che l’assunzione di entrambe le strategie comporta.
Analogamente, gli invertebrati d’estuario riescono a fronteggiare egregiamente il passaggio da un mezzo più diluito ad uno più concentrato e viceversa, essendo capaci di variare la propria fisiologia. A queste strategie appunto fisiologiche se ne aggiungono però anche altre di tipo comportamentale: per esempio alcuni invertebrati, non sopportando la variazione di salinità del mezzo esterno, si rintanano in gallerie nel fango quando l’acqua dolce invade il loro ambiente durante la bassa marea. Contemporaneamente, interrompono la ventilazione branchiale. L’acqua salata più densa di quella dolce, si stratifica sul fondo, e filtra nella tana, consentendo a questi animali di mantenersi in un mezzo “marino”.
BIBLIOGRAFIA
Mitchell, L.G., Mutchmor, J. Dolphin, W.D., ZOOLOGIA, ed. Zanichelli.
AA.VV., ENCICLOPEDIA DEGLI ANIMALI, vol. 11, National Geographic Society.
Nessun commento:
Posta un commento